3. La figlia dell'arcisinagogo e la donna che soffriva per il flusso di sangue
Gesù Cristo, invitato dai Gerasèni ad allontanarsi dal loro territorio, non volle rimanervi più oltre, ma, montato in barca, passò alla riva opposta presso Cafarnao. Egli compatì lo spavento di quella gente, ed ebbe pietà della loro incoscienza, perciò contro le sue abitudini, invece d'imporre silenzio all'uomo che era stato liberato e al suo compagno di sventura, volle che essi avessero manifestato le grandezze di Dio. Lasciò in quei luoghi come voci di apostolato quegli stessi che poco prima erano stati voci di terrore, per non lasciare in completo abbandono quel popolo.
Tratto dalla monumentale opera di dottrina esegetica di ben 30 volumi. Il frutto che si ricava da tale lettura è una maturazione profonda nella fede, una percezione della verità della Parola negli eventi del nostro tempo, una aspirazione santa alle promesse contenute nella Rivelazione.
sabato 27 giugno 2015
sabato 13 giugno 2015
14.06.2015 - Commento al vangelo di S. Marco cap. 4 par. 3
3. La divina Parola avanza nella Chiesa e nel mondo
Gesù Cristo, dopo aver parlato velatamente dell'arma spirituale della conquista del suo Regno spirituale, cioè della divina Parola, ed aver accennato al modo col quale essa avrebbe prodotto il suo frutto nei cuori, si rivolge ai suoi apostoli che dovevano accogliere la sua predicazione e farla conoscere al mondo. Essi erano le lampade del mondo e non potevano rimanere nascosti, ma dovevano splendere sul candelabro per fare luce ai popoli. La lucerna non è nascosta sotto il moggio, cioè non viene coperta dalla misura di capacità di otto litri circa, con la quale si misurava il grano, quasi come cappello per tutelarla dal vento, né viene posta sotto il letto quando deve fare luce a tutta la stanza.Gli apostoli sono fiaccole che debbono splendere nelle tempeste dei secoli con piena fiducia, senza temere di essere spenti dagli uragani, perché accesi dalla grazia sono lampade non destinate ad illuminare sotto il letto, ossia le poche amicizie familiari sono luci non ristrette nell'intimità delle case, ma destinate ad illuminare la società, ad essere guide della vita pubblica in mezzo alle oscurità di tutte le aberrazioni umane. Gli apostoli hanno un tesoro di verità che non tutti capiscono, che sono nascoste alle anime indegne o superficiali, e sono espresse, come faceva Egli allora, con parabole; ma poi verrà il tempo nel quale essi dovranno spiegare tutto, essere gli interpreti autentici della divina Parola. Essi illuminano gli altri annunziandola, la illuminano commentandola; soltanto a loro è affidato questo ministero di illuminazione spirituale, e non a qualunque anima, e tanto meno in modo cervellotico o arbitrario.
Unendo queste parole di Gesù a quelle che disse proclamando esplicitamente gli apostoli luce del mondo e sale della terra, è chiaro che Egli voleva proclamare la missione della Chiesa di annunziare la divina Parola, ed il suo magistero infallibile nell'interpretarla. Perciò rivolgendosi agli eretici, e soprattutto ai futuri protestanti che avrebbero preteso di annunziare essi la parola e d'interpretarla a modo loro, disse in tono profetico e severo: Chi ha orecchie da intendere intenda cioè: non vi fate illusione che sia come voi pensate, né crediate di potere stravolgere la mia parola.
sabato 6 giugno 2015
07.06.2015 - Commento al vangelo di S. Marco cap. 14 par. 3
3. L'ammirabile testimonianza d'amore di Gesù: l'Eucaristia. Il grande segreto del regno di Dio
Ricordando con le parole stesse di Gesù l'ineffabile dono dell'Eucaristia, bisognerebbe solo deporre la penna e piangere di riconoscenza e di amore! Pensare ad un Dio disceso dal cielo è una cosa che intenerisce, e suscita nel cuore l'amore più vivo; ma il considerare che Egli s'è immolato e s'è dato a noi come cibo e come bevanda, rimanendo con noi vivo e vero, è una cosa che dà le vertigini.
Tu sei qui, mio Gesù, nel Tabernacolo del tuo amore; sei con me, con me, nell'arcano silenzio della tua carità, Vittima perenne, Agnello di Dio, arca di alleanza, trono di grazia, tesoro ineffabile che attrai tutte le nostre brame, perla preziosa, nascosta nella nostra terra, che ci spinge a tutto dare per averla, aiuto e sostegno della nostra vita soprannaturale, e gioia perenne del nostro esilio! Gesù Sacramentato! Quale dono ineffabile!
Se gli apostoli avessero potuto capirne la grandezza, non avrebbero potuto resistere alla piena dell'amore quando Gesù Cristo la istituì; bisogna riconoscere che Egli dovette nascondersi ai loro cuori per non farsi scorgere, rendendoli, così, capaci di poter vivere ancora, dopo un contatto tanto pieno e profondo con la sua vita!
Ricordando con le parole stesse di Gesù l'ineffabile dono dell'Eucaristia, bisognerebbe solo deporre la penna e piangere di riconoscenza e di amore! Pensare ad un Dio disceso dal cielo è una cosa che intenerisce, e suscita nel cuore l'amore più vivo; ma il considerare che Egli s'è immolato e s'è dato a noi come cibo e come bevanda, rimanendo con noi vivo e vero, è una cosa che dà le vertigini.
Tu sei qui, mio Gesù, nel Tabernacolo del tuo amore; sei con me, con me, nell'arcano silenzio della tua carità, Vittima perenne, Agnello di Dio, arca di alleanza, trono di grazia, tesoro ineffabile che attrai tutte le nostre brame, perla preziosa, nascosta nella nostra terra, che ci spinge a tutto dare per averla, aiuto e sostegno della nostra vita soprannaturale, e gioia perenne del nostro esilio! Gesù Sacramentato! Quale dono ineffabile!
Se gli apostoli avessero potuto capirne la grandezza, non avrebbero potuto resistere alla piena dell'amore quando Gesù Cristo la istituì; bisogna riconoscere che Egli dovette nascondersi ai loro cuori per non farsi scorgere, rendendoli, così, capaci di poter vivere ancora, dopo un contatto tanto pieno e profondo con la sua vita!
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