2. Nelle persecuzioni è necessario aver fede ed appoggiarsi unicamente a Dio
Le persecuzioni sono il pane quotidiano della Chiesa in tutti i secoli, perché il demonio ed il mondo non cesseranno mai di odiarla. È proprio questo che mantiene nella Chiesa: lo Spirito di Dio. Le persecuzioni sono come il vento che rimesta l'aria nella sua vigna, fa cadere le foglie morte, e porta il polline sui fiori perché fruttifichino. Senza le lotte non crescono gli eroi ed i santi e, bisogna confessarlo, le regioni che sono più pacifiche in ordine alla Chiesa sono le più sterili di santi. L'America, per esempio, ha prodotto i santi solo nel Messico, dove infuriò ed infuria la persecuzione. Nel resto dei suoi stati liberi, pacifici e tolleranti, la vita cristiana finisce quasi per mimetizzarsi con quella del mondo, ne prende il colore, il carattere, lo spirito, e nello splendore di una comoda pace non prospera.
Gli uffici sacri della Chiesa, che sono come gli organi della sua vita, diventano dei ministeri più o meno burocratici, che non danno sangue di vita, ma regolano quasi le funzioni o, diremmo, la toletta dell'epidermide del suo corpo. Ogni atto della mirabile organizzazione della Chiesa è funzione vitale solo nelle lotte: allora diventa parola d'ordine del combattimento, esortazione alla virtù, invito all'unità, alla fiducia, alla preghiera, ed allora solo penetra i cuori con l'amore materno che è la sua suprema funzione tra le creature di Dio.
Le persecuzioni vengono nella Chiesa per purificarla, e le impediscono il connubio col mondo, ogni volta che la vita dei suoi sacerdoti e dei suoi figli la mette in questo pericolo mortale. Esse sono come la scarica violenta che si sprigiona dagl'ibridi contatti dei fedeli con la terra, sono come la reazione sua stessa a ciò che la mette in pericolo di deviare, giacché sono provocate quasi sempre da quegli atti di energia coi quali essa pone un limite alle pericolose endosmosi dello spirito del mondo nella sua vita. I cattivi non si preoccupano di una vita cristiana che condiscende alle loro miserie, ma reagiscono a quella che le contrasta, diventano così strumento nelle mani di Dio per accrescere e per purificare la vita dei cristiani, e concorrono alla santificazione dei buoni, all'eliminazione dei cattivi, ed all'emenda dei colpevoli, loro malgrado.
Le persecuzioni potevano costituire un argomento di scandalo per gli apostoli e per i loro successori, per i primi fedeli e per quelli che nei secoli avrebbero abbracciato la fede, e per questo Gesù le preannunziò. Il predirle indicava chiaro ch'Egli ne conosceva la natura e la portata, e che le permetteva per altissimi fini di amore.
Egli aveva già detto ai suoi cari che il mondo li avrebbe odiati (15,18) e dopo averlo annunziato loro, perché non si fossero scandalizzati e disorientati per quell'odio, predisse loro anche le persecuzioni che avrebbero avute da quelli medesimi che rappresentavano l'autorità costituita, e soggiunse: Vi cacceranno dalle sinagoghe, anzi viene già l'ora nella quale chi vi ucciderà penserà di rendere omaggio a Dio.
Non sarebbe stato possibile né un'intesa né un compromesso con quelli che rappresentavano in Israele il pubblico potere religioso; bisognava aspettarsi di essere cacciati dalle sinagoghe come eretici pericolosi, e di essere persino uccisi come falsi profeti. Tutto questo sarebbe avvenuto perché il potere religioso aveva con ostinata protervia rifiutato di riconoscerlo come Figlio di Dio, ed aveva rinnegato la luce che veniva dai Libri Santi, restringendone il significato alle proprie idee.
L'opposizione aperta e violenta del potere religioso doveva costituire per gli apostoli la più dura prova, giacché essi, timorati com'erano di Dio, vi avevano avuto fede, e lo riguardavano ancora com'espressione della divina autorità. Per questo Gesù soggiunse: Vi ho detto ciò affinché quando verrà quel tempo vi ricordiate che io ve l'ho detto. L'avveramento della profezia doveva costituire per essi un argomento di verità, per credere alla sua divina Parola, e incoraggiarli a non temere l'urto delle autorità, le quali, proprio perché rinnegavano la verità, non rappresentavano più quella di Dio.
Verrà l'ora nella quale chi vi ucciderà crederà di dar gloria a Dio
La pena e l'angustia d'essere perseguitati dal medesimo potere religioso fu propria degli apostoli, giacché essi rappresentavano il passaggio dall'Antico al Nuovo Testamento; ma può dirsi anche di quelle anime che avendo una missione nella Chiesa, si vedono contrastate dalla medesima sua autorità. Questa per dovere, e logicamente, ha il diritto d'assicurarsi della verità di una missione particolare, e dello Spirito che muove certe anime; quindi la sua opposizione è da lodarsi, e non autorizza minimamente alla rivolta; ma ciò non toglie che l'anima che la subisce provi uno spasimo grande, tanto più atroce quanto più è sincero il suo amore alla Chiesa e la sua sottomissione all'autorità. Essa è stretta nel torchio, poiché da una parte il Signore non cessa di operare, e dall'altra l'autorità, col suo atteggiamento ostile o poco benevolo, la getta nei più assillanti dubbi.
È questa la prova suprema che Dio dà quando opera in un'anima più direttamente, ed è un segno di quest'operazione quando la prova produce nell'anima una maggiore sottomissione ed obbedienza, ed una fiducia piena nel Signore.
L'anima si sottomette, obbedisce, prega, dubita di sé e spera contro la speranza, come Abramo, certa di Dio che tutto può, abbandonata a Lui, pronta alla sua volontà, e nel medesimo tempo pronta a rinunziare a tutto ciò che passa in lei, qualora così piaccia positivamente a chi le rappresenta Dio.
Sono pene amarissime, certo, ma sono pene feconde di beni immensi per lo sviluppo stesso di ciò che Dio vuole. Un'opera santa che passa per questa trafila prende salde radici proprio nella Chiesa e si dilata nei secoli. Così avvenne per la devozione al Sacro Cuore di Gesù, prima ripudiata dall'autorità, e ripudiata in modo tanto assoluto e definitivo, da provocare l'ingiunzione di non parlarne più: Negative et amplius fu la risposta della Sacra Congregazione quando le fu riproposta la questione della devozione al Sacro Cuore, e quella espressione equivaleva a quest'altra: Si riprova questa devozione e s'ingiunge di non parlarne più. In realtà proprio allora Dio apriva il solco fecondo nella vigna della Chiesa, e vi affondava col dolore e la contraddizione il granello che doveva diventare un grande albero.
Annunziando le persecuzioni che dovevano venire dall'autorità, Gesù Cristo soggiunge: Aon ve ne ho parlato prima perché ero con voi. Egli ad ogni opposizione dell'autorità rispondeva direttamente, e confermava la sua risposta coi miracoli; raccoglieva Egli solo quelle opposizioni, e le ribatteva con la sua divina autorità. Ma dopo la sua dipartita dal mondo quelle opposizioni si sarebbero rivolte contro gli apostoli, ed Egli lo preveniva loro perché non se ne fossero estremamente accorati, ed avessero confidato in Dio.
Il Consolatore verrà a sostenere gli apostoli
Nel dire Gesù: Non ve ne ho parlato prima perché ero con voi, significò esplicitamente ch'Egli era per lasciarli soli nel mondo, e questo turbò profondamente gli apostoli. Avevano sentito parlare di tradimento, di pericolo imminente, di persecuzioni e di morte, e il solo pensiero di rimanere senza il Maestro li sconcertò. Capirono che E avrebbero tolto violentemente dal mondo e, senza pensare al disegno di Dio, se ne angustiarono fino a scoraggiarsi. Per questo Gesù, richiamandoli alla verità, soggiunse: Ed ora vado da Colui che mi ha mandato, e nessuno di voi mi domanda: Dove vai tu? Ma perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Egli voleva dire loro: Io non sarò sopraffatto dall'umana iniquità, ma volontariamente mi offrirò alla morte, e me ne andrò a Colui che mi ha mandato. Ora voi, invece di preoccuparvi delle insidie che mi tendono gli uomini, perché non sollevate lo sguardo in alto, e non guardate al Cielo dove io vado per voi? Vi rattristate come se con la mia morte tutto dovesse finire, e non pensate che invece tutto allora si compirà e si svilupperà? Io però vi dico in verità: è bene per voi che io me ne vada, cioè che io muoia, e con la mia morte vi meriti la grazia dello Spirito Santo che deve sostenervi e sviluppare tutto il disegno di Dio. Se io non me ne vado, il Paraclito non verrà a voi, e se me ne andrò lo manderò a voi. Morirò, ma salirò al cielo dopo la mia morte, e dal cielo vi manderò lo Spirito Santo. Non vi preoccupate di trovarvi soli innanzi al mondo, innanzi al sinedrio ed al demonio, in una lotta impari alle vostre forze, poiché lo Spirito Santo che verrà in voi riporterà Egli stesso una triplice vittoria sul mondo: convincendolo che è schiavo del peccato proprio perché non ha creduto in me; convincendolo che io sono il giusto per eccellenza, il vero Figlio di Dio, sedente nella gloria eterna, e convincendolo che io sono il Redentore, vincitore di satana e giudice eterno.
L'opera di santificazione, che lo Spirito Santo compirà farà emergere l'opera mia e glorificherà la fede che si ha in me, negli splendori della verità e della santità. Con questo sarà fatto giudizio del mondo che non ha creduto in me, e risalterà la gravità del peccato di quelli che hanno rifiutato la verità per le loro passioni. Lo Spirito Santo riprenderà il mondo di giustizia, testimoniando della mia giustizia e della mia santità dopo che me ne sarò andato al Padre, e non mi vedrete più. Allora si capirà che cosa è la vera giustizia, e si pondererà il delitto commesso nel togliermi dalla terra. Infine lo Spirito Santo riprenderà il mondo di giudizio, mostrando con le meraviglie della grazia che il demonio è già giudicato, ossia ch'è stato vinto, e che il suo regno tenebroso è finito nelle anime che credono in me.
Gesù parlò oscuramente agli apostoli, perché non poteva in quel momento esporre loro tutto il cammino doloroso che li aspettava nel loro ministero; Egli però volle prevenirli del trionfo che avrebbero riportato per lo Spirito Santo. Essi, soli innanzi ad un mondo prepotente, avrebbero avuto la forza di rimproverarne l'incredulità, di testimoniare di Lui come Figlio vero di Dio, risorto da morte e asceso al Cielo, e di sgominare il regno di satana, già vinto dalla croce.
Gesù Cristo non li abbandonava, ma andava al Padre per sostenerli più fortemente con la virtù e la grazia dello Spirito Santo; non li lasciava in balìa del sinedrio, quasi fossero dei sopraffatti, convinti d'aver seguito un'illusione, ma per lo Spirito Santo dava loro la forza di rimproverarne l'incredulità, di attestare la verità, e di mostrare coi miracoli e le conversioni che il demonio era stato vinto già. Gli apostoli, infatti, e san Pietro a capo di essi, dopo la discesa dello Spirito Santo parlarono al popolo ed al sinedrio con libertà piena, rimproverando proprio la loro incredulità, mostrando la divinità e la santità del Redentore, e dissipando, con le meraviglie che operarono, le menzogne di satana che avevano allontanato gli animi dalla verità.
In ogni tempo della vita della Chiesa lo Spirito Santo continua a rimproverare il mondo di peccato, di giustizia e di giudizio attraverso le parole del Papa e del sacerdozio. Il mondo incredulo è confuso dalla luce della verità che rifulge nella Chiesa per la continua assistenza dello Spirito Santo; è condannato nelle sue ingiustizie con l'inesorabile giudizio che traccia infallibilmente la via del bene; la Chiesa infatti addita l'eterna meta cui aspiriamo, sulle orme del Redentore ch'è asceso al Cielo per prepararci il premio. Il mondo infine è sgominato dalla potenza divina, che, attraverso i doni dello Spirito Santo, mostra quanto sia effimera la potenza di satana. Per l'assistenza dello Spirito Santo la Chiesa è un faro di luce in mezzo al tenebrìo del mondo, segna le vie della verità e della giustizia, e vince le mene di satana, il perenne vinto anche dalle più piccole manifestazioni della sua vita. La Chiesa condanna la miscredenza, che presume di vivere in un positivismo tutto materiale, e glorifica la fede che non vede e crede, condanna chi non crede in Gesù, e crede in Gesù vivo e vero, benché invisibile, che siede alla destra del Padre e vive nell'Eucaristia; la Chiesa condanna il regno di satana, e condannandolo mostra che satana non è un re ma un vinto, e che tutto ciò che opera nel mondo è obbrobrio che ne mostra la viltà.
Gli apostoli non capirono quello che Gesù diceva loro, e rimasero perplessi. Capirono solo che dovevano compiere una missione; ma, piccoli ed incolti com'erano, provarono uno scoraggiamento grande, non sapendo come avrebbero potuto attuarla. Il pensiero poi che il Maestro divino li lasciava, li rattristava grandemente, perché erano come figliolini attaccati alle vesti materne. Che cosa potevano annunziare al mondo? A che cosa si riduceva la dottrina che avevano ascoltata? La loro mente era confusa ed il loro spirito, anche inconsciamente, desiderava delle chiarificazioni. Per questo Gesù soggiunse:
Molte cose ho ancora da dirvi, ma non ne siete capaci adesso. Venuto però che sia quello Spirito di verità, v 'insegnerà tutta la verità. Egli infatti non vi parlerà da se stesso ma vi dirà quanto ha inteso, e vi annunzierà le cose che dovranno succedere. Egli mi glorificherà, perché prenderà ciò che è mio e ve lo annunzierà. Tutto ciò che ha il Padre mio è mio; perciò vi ho detto che prenderà ciò che è mio e ve lo annunzierà.
Gesù voleva dire: Voi desiderate sapere che cosa dovrete dire al mondo, e vi preoccupate della vostra missione. Io in realtà non vi ho detto ancora tutto, ed ho molte altre cose da rivelarvi, ma voi non sareste ora capaci di comprenderle. Vi manderò lo Spirito Santo ed Egli v'insegnerà tutta la verità. Egli non farà una nuova economia di provvidenza salvatrice, né verrà per fondare qualche cosa di diverso da quello che ho fatto già io, non vi parlerà da se stesso, ma vi dirà quanto ha inteso, cioè vi dirà quanto io ho detto e ve lo spiegherà, e vi annunzierà le cose che dovranno succedere,dicendovi quello che io non ho potuto ancora annunziarvi, e dandovi lo spirito di profezia. Voi così non sarete confusi né per ciò che avete visto ed ascoltato né per ciò che vi avverrà.
Vi scoraggiate nella vostra missione, ma non siete voi che dovrete glorificarmi, quasi semplici testimoni di un fatto storico; lo Spirito Santo mi glorificherà in voi illuminandovi su tutto ciò che vi ho detto, e vi darà la luce di sapienza perché mi glorifichiate innanzi al mondo; la vostra missione, in altri termini, è soprannaturale, e voi con la vostra fede diffonderete in tutti la luce della fede, e con la vostra vita mi glorificherete amandomi ed accendendo i cuori di amore. Lo Spirito Santo procede da me, e riceve da me con la natura divina la sapienza divina per istruirvi.
Vi dissi già che Egli procede dal Padre (15,26), ma ora vi aggiungo che procede anche da me, perché tutto ciò che ha il Padre è mio; il Padre gli comunica la natura divina, e gliela comunico anche io; procede dal Padre e da me come da unico
principio, e riceve dal Padre e da me la natura divina, la scienza, ecc. Egli dunque mi glorificherà solennemente non solo per ciò che ho compiuto come uomo, ma mi glorificherà come Dio: prenderà ciò che è mio e ve lo annunzierà, ossia vi annunzierà la verità della mia natura divina, di quella natura ch'Egli riceve da me come dal Padre, e vi farà intendere luminosamente che io sono veramente Figlio di Dio.
Sac. Dolindo Ruotolo
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