domenica 25 maggio 2014

25.05.2014 - Commento al vangelo di S. Giovanni cap. 15, par. 5

5. Per la nostra vita spirituale
Uniti nell'amore fraterno che ignora divisioni, gelosie e partiti, siamo testimoni di Cristo nel mondo apostata
Gesù Cristo non lasciò ai suoi cari alcuna illusione sulla difficoltà del loro ministero e sui sacrifici che importava, ma diede loro il cibo della vita che doveva unirli a Lui e la grazia singolarissima dello Spirito Santo; e questo bastava a renderli forti contro il mondo che lo odiava. Noi non siamo in condizioni diverse dagli apostoli, poiché se essi subirono l'urto del mondo pagano, noi subiamo quello del mondo moderno, apostata e neo-pagano, immensamente più perverso. Dobbiamo attingere la forza dalla Santissima Eucaristia, ed implorare la grazia e i doni dello Spirito Santo. Se vogliamo veramente vincere, siamo uniti a Gesù come i tralci alla vite, e facciamo rifluire in noi il suo Sangue divino; siamo uniti in un sol corpo nella vera carità, e mostriamoci intransigentemente fedeli alla dottrina ed ai comandi di Gesù Cristo.
Dobbiamo serrare le nostre fila, evitare ogni divisione, ed essere tutti compatti contro il male che avanza e dilaga come un torrente impetuoso. Non possiamo e non dobbiamo offrire nessun punto debole al nemico, e tanto meno offrire quelle malaugurate divisioni, gelosie e partiti, che si mettono praticamente a servizio del male.
Dobbiamo essere uniti come una sola famiglia alla mensa dell'amore, e dobbiamo essere vivificati dal medesimo Spirito d'infinito Amore che ci faccia essere testimonianze vive di Gesù Cristo in mezzo alle tenebre del mondo apostata. La nostra sapienza non può essere quella umana, meschinissima luce che indaga le cose terrene col misero barlume cecuziente della ragione, ma dev'essere la sapienza dello Spirito Santo che ci fa conoscere e scrutare le stesse verità. Il nostro intelletto non dev'essere acume di ragione ma acume di fede; il nostro consiglio non dev'essere prudenza della carne ma luce dello Spirito Santo; la nostra fortezza non dev'essere irruenza di audacia ma eroismo d'immolazione, la nostra scienza deve sollevarci dalle condizioni terrene alle eterne, coordinando tutto alla gloria di Dio; la nostra pietà dev'essere amore che conversa col Signore, temendo il suo Nome con profonda umiltà, e confidando nella sua bontà con pieno abbandono.
Oggi purtroppo anche sulle nostre fila, in uniforme di cattolici, piombano i bombardieri della morte
È questo lo spirito cristiano che deve animarci, e che dobbiamo attingere dalla vita eucaristica di Gesù Cristo e dalleffusione dello Spirito Santo; è questo lo spirito soprannaturale col quale dobbiamo affrontare il mondo che è stoltezza, tenebre, malignità, viltà estrema di opportunismo, effimera confusione di cognizioni senza nesso e senza scopo, crudeltà, empietà e tracotanza.
Non dobbiamo cedere al mondo né credere trascendenti i suoi miseri progressi, che sembrano cose altissime, e sono come i paracadutisti, che in guerra vengono dall'alto unicamente per disseminare la morte, sembrano quasi angeli volanti e sono demoni di distruzione. Il mondo ha i suoi voli, ma sono voli d'interdizione, che seminano il cammino di insidie, e fanno scendere dalle sue altezze il gas che asfissia e la bomba che rovina.
Siamo cristiani integri e totalitari, siamolo oggi più che mai, oggi che spesso vengono anche nelle nostre fila i bombardieri distruttori della verità in uniforme di cattolici, ed i nemici della fede in veste di religiosità vana, misera idolatria dell'orgoglio e dei sensi.
Sac. Dolindo Ruotolo

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