giovedì 31 luglio 2014

31.07.2014 - Commento al vangelo di S. Matteo cap. 13 par. 12

12. Riepilogo della vita della Chiesa: la rete e la cernita finale
Gesù Cristo aveva parlato della mescolanza dei buoni e dei cattivi nella Chiesa, con la parabola del buon seme e della zizzania, e del riepilogo finale della semina nella mietitura. Il problema era troppo angoscioso, ed Egli v'insiste con un'altra parabola che giustifica la larghezza che un giorno avrà la Chiesa nell'accogliere tutte le anime. Essa, infatti, è come una rete gettata nel mare che raccoglie ogni genere di pesci e, quando li ha tratti a riva, allora scarta quelli che sono cattivi da quelli che sono buoni. E logico che, essendo la Chiesa un campo di prova, accoglie tutti quelli che vi entrano, senza esigere da essi una perfezione già consumata. Con l'apostolato Essa getta la rete, raccoglie le anime, si sforza di formarle ad una vita nuova, ne tollera e compatisce le debolezze come madre, le spinge ad emendarsi, trova nuove industrie di zelo per conquiderle e, quando non riesce nel suo scopo per molte anime, prega, ripara, piange ed attende che il Signore stesso faccia la cernita nel giorno del giudizio. Allora verranno gli angeli e separeranno essi, per mandato divino, i buoni dai cattivi, gettando questi nel fuoco eterno, dove per la disperazione piangeranno e digrigneranno i denti constatando la loro eterna infelicità e il loro implacabile odio.
Dopo aver parlato, Gesù si rivolse ai suoi apostoli e domandò loro se avevano capito tutto ciò che aveva detto. Era logico che facesse questa domanda, dopo che essi avevano mostrato di non aver capito il significato della parabola del seminatore. Forse Gesù aveva tra i suoi ascoltanti qualche scriba di buona fede che lo aveva seguito fin nella casa dove s'era raccolto con gli apostoli, per questo, rivolto ad essi soggiunse: Ogni scriba, istruito in ciò che riguarda il regno dei cieli, è simile ad un padre di famiglia che cava fuori dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie. Egli voleva dire: la vostra sapienza non può restringersi ad un pedante attaccamento a tutto ciò che è vecchio, ma deve sapere accogliere anche quello che è nuovo, proprio come un padre di famiglia sa impiegare per il bene della casa le cose vecchie e nuove.
Sac. Dolindo Ruotolo

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