lunedì 10 febbraio 2014

10.02.2014 - Commento al vangelo di S. Marco cap. 6 par. 4

4. Gli apostoli tornano dalla loro missione
Gli apostoli, ritornati dalla loro missione, riferirono a Gesù quello che avevano fatto e insegnato. Lo zelo per la salvezza delle anime li aveva vivificati, ed il bene operato nel nome del Maestro aveva destato la loro fede. Non si lavora per le anime con vero spirito d'amore e di zelo, senza sentirsene migliorati spiritualmente. Annunziare la Parola di Dio con vera fede significa meditarla più profondamente; e vederla germinare nel cuore altrui significa sperimentarne l'efficacia e sentirsi più vicini al Signore. Si sente dal contesto medesimo che gli apostoli, ritornando dalla missione, avevano più fiducia in Gesù Cristo, e che Gesù li guardava con infinita tenerezza; è proprio quello che avviene ogni volta che l'anima zela la gloria di Dio e la salvezza del prossimo.
Il Redentore, sollecito come una mamma per i suoi cari, cercò subito di alleviare la loro stanchezza, e li invitò a riposarsi in un luogo solitario, attraversando il lago.
Egli volle con questo benedire e consacrare il riposo che deve prendersi chi lavora per Dio, e volle anche dimostrare che, dopo essere stati nell'attività, bisogna cercare il riposo della solitudine e della preghiera per rifarsi nello spirito. Certo il Redentore non volle che riposassero solo per mangiare, ma anche e molto più per nutrire 1 ' anima.
È chiaro dal contesto che gli apostoli non vennero soli, e che una gran folla di gente li seguì per andare a vedere Gesù Cristo da loro annunziato; questa gente notò la direzione che prendeva la barca, e accorse a piedi al luogo dove supponeva che gli apostoli dovessero approdare, e li prevenne giungendovi prima. Dovettero avanzare a passo accelerato, e nell'ansia di trovarsi in tempo al luogo di convegno avanzarono alla rinfusa, con un certo disordine.
Non era un pellegrinaggio, era una corsa fatta tra il vociare di tanta moltitudine e il naturale brio che nasce in simili contingenze. Gesù Cristo nello sbarcare vide quella gran folla e ne ebbe compassione proprio perché ammassata alla rinfusa, come un gregge senza pastore; considerò gemendo l'abbandono nel quale erano tenute tante anime da quelli che avrebbero dovuto curarle, e cominciò ad ammaestrarle. L'istruzione divinamente bella le attraeva, facendo loro dimenticare anche di mangiare; così passarono le ore e cominciò a farsi tardi.
Il miracolo della moltiplicazione dei pani
I discepoli se ne mostrarono preoccupati, e poiché il luogo era deserto, supplicarono Gesù di licenziare tutta quella gente, affinché avesse potuto comprarsi qualche cosa da mangiare ai villaggi circostanti; ma Gesù disse loro che vi avessero provveduto essi stessi.
Era impossibile pensare di poter alimentare tanta moltitudine in un luogo deserto; gli apostoli forse disponevano di duecento denari, ed anche se ne avessero comprato pane sarebbe stato impossibile contentare tutti, pur dandone a ciascuno un piccolo pezzetto; fu per questo che qualcuno degli apostoli disse in tono ironico e sfiduciato: Andremo a comprare duecento denari di pane e daremo loro da mangiare.
Gesù Cristo con maniera amabilissima domandò loro quanti pani avessero, ed essi, dopo essersene accertati, dissero che ne avevano cinque con due pesci; era appena appena la piccola provvista per loro.
Ma non avevano essi in mezzo a loro Colui che fa crescere le piante e germinare i frutti?
Il Redentore ordinò che avessero fatto sedere quella gente sull'erba a gruppi ordinati, ed in poco tempo si divisero in raggruppamenti di cento e di cinquanta persone; poi presi i pani ed i pesci li benedisse, li spezzò, e passò le porzioni agli apostoli perché le avessero distribuite al popolo fino a saziarlo. Gesù Cristo operò con tanta semplicità che gli apostoli non si accorsero neppure del miracolo operato.
Il loro cuore era accecato, dice il Sacro Testo (versetto 52), ossia essi erano come in uno stato di distrazione e di amnesia; non riflettevano su ciò che avveniva, e sembrava loro la cosa più naturale del mondo. Gesù Cristo lasciò alla Chiesa con quel miracolo un prezioso insegnamento, affermando che Egli è la speranza e la vita sua, spiritualmente e corporalmente.
La sua provvidenza l'assiste, e la sua grazia moltiplica le attività dell'apostolato, anche quando sono insufficienti per il numero delle persone che le reclamano. Un piccolo numero di sacerdoti, viventi nelle mani di Gesù, abbandonati al suo amore e pieni del suo spirito, sono come un alimento moltiplicato: bastano a tutti e saziano il cuore di Dio. Non sono i mezzi umani che sostengono la Chiesa, ma è la vicinanza di Gesù e la sua azione meravigliosa nei cuori; dove non può giungere l'iniziativa e l'attività dell'uomo, giunge il soffio del Signore, ed un solo sacerdote veramente santo, diventa come un centro che irradia lontano lontano la luce, il calore e la vita.
Questo prezioso insegnamento di Gesù era opportunissimo dopo la missione degli apostoli, che li aveva messi a contatto con le moltitudini, ed aveva fatto loro constatare l'impossibilità di curare tutti; essi erano pochi e le turbe erano immense, eppure l'attività santa di pochi poteva anche bastare a tutti, purché fosse stata benedetta e moltiplicata da Gesù. Gli apostoli non capirono la bella lezione e non capirono neppure il miracolo dei pani, ma essa rimane per la Chiesa come un ammonimento ed una speranza.
Il Redentore moltiplicò i pani ed i pesci e saziò la moltitudine; il pane era simbolo dell'Eucaristia, ed il pesce era simbolo di Lui stesso; Egli così annunziò che un giorno a-vrebbe moltiplicato il Pane della vita, e si sarebbe donato Lui stesso come cibo delle anime. L'altare è un vero banchetto dove si avvicendano le turbe ordinate dei fedeli, e dove ogni giorno si moltiplica l'alimento celeste per tutti quelli che vogliono riceverlo. Come Gesù non dispensò direttamente i pani ed i pesci, ma li fece passare per le mani degli apostoli, così non dispensa direttamente il Pane di vita ma si serve dei suoi sacerdoti; è dunque un assurdo pretendere di attingere direttamente dal Salvatore senza la mediazione dei sacerdoti.
Gli apostoli avevano cinque pani e due pesci, e Gesù li moltiplicò perché la turba l'aveva seguito, avida di ascoltarne la Parola di verità. Si può dire che la moltiplicazione del Pane eucaristico stia in ragione diretta del desiderio delle anime; più esse bramano le cose celesti, e più facilmente si accostano alla sacra Mensa; più cercano Gesù e più Gesù si dona loro con divina generosità. Quando gli altari sono deserti è segno che sono deserte le menti e squallidi i cuori degli uomini, poiché il Cibo eucaristico è cibo che viene desiderato da chi conosce ed apprezza il Redentore e corre a Lui come all'unica meta della propria vita.
Non basta quindi invitare le anime alla Mensa divina, bisogna prima istruirle nelle eterne verità, affinché conoscendole siano avide della loro unione con Gesù Cristo.
La turba corse al Redentore per avere l'alimento dell'anima, ed ebbe anche quello del corpo, senz'averlo neppure domandato. Oh, se invece di preoccuparsi unicamente del cibo e della bevanda le anime andassero al Signore! Se invece di affannarsi per il pane, per il vestito e per il benessere materiale, anelassero a quello spirituale, come si moltiplicherebbero i prodotti dei campi, e come si accrescerebbero le risorse materiali della vita! La Parola di Dio non può fallire: chi cerca il regno di Dio e la sua giustizia ha in sovrappiù le cose temporali, e chi vive solo per le cose temporali languisce nell'indigenza spirituale e nella stessa indigenza della vita corporale.
 
Sac. Dolindo Ruotolo

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