mercoledì 26 febbraio 2014

26.02.2014 - Commento al vangelo di S. Marco cap. 9 par. 5

5. Non vogliate proibirglielo poiché nessuno può fare un miracolo nel mio Nome e subito parlare male di me
È troppo comune il caso degl'impedimenti al bene posti dai buoni, ed è troppo penosa la rovina di tante iniziative di bene che vengono stroncate da malintesi, per non dovere insistere su queste parole di Gesù Cristo.
In generale tutto ciò che sa di novità urta e diventa sospetto per partito preso, senza alcuna ragione e peggio per un inconscio sentimento di gelosia. Non si fa guerra al bene perché si ha argomento di pensare che sia male, ma perché lo si crede una novità o perché deriva da chi ci è antipatico, o peggio perché urta interessi materiali. Satana soffia volentieri su queste stoltezze, forma delle ombre, le montagne, eccita spesso l'ira nei cuori senza ragione, e con arte subdola giunge fino a fare impressionare i superiori, custodi del bene, rendendoli ostili.
Nei grandi disegni messi da uno speciale intervento di Dio l'opposizione non solo non li sfascia ma li rassoda nei secoli, diventando nelle vie del Signore un mezzo per dimostrare la sua speciale operazione.
Nelle iniziative comuni dello zelo invece, l'opposizione può cagionarne la rovina irreparabilmente, e questa rovina pesa terribilmente su chi ne è causa.
Guai innanzi a Dio a chi porta la responsabilità di avere impedito anche un solo atto di carità o un solo atto di amore al Signore; guai a chi stronca la piccola pianticella che nasce a fatica, o chi tronca la vita che si sviluppa! Guai a chi presume di giudicare o criticare quello che solo i superiori hanno il mandato di vigilare!
Il Signore farà un terribile giudizio contro quelli che si rendono strumento e coadiutori di satana nella sua implacabile avversione a tutto quello che è bene, a tutto quello che è zelo. Come si può riposare tranquilli la notte quando si è commessa un'azione così indegna? E quale scusa può giustificare certe lotte fatte col disprezzo e col sarcasmo, con l'insinuazione ed anche con la calunnia?
Gesù parla di miracoli fatti nel suo Nome, è vero, ma ci sono certe umili iniziative di bene che sono un miracolo di carità o di zelo, per la stessa difficoltà di farle nascere.
Non è un miracolo far crescere il grano, ma farlo attecchire là dove non si presta il terreno, è una meraviglia; ora certe associazioni, certe confraternite, certe azioni di zelo sociale in luoghi devastati dal peccato, sono dei silenziosi miracoli di grazia, e nessuno potrebbe ardire di sospettare che essi possano deviare nel male.
Quando si sospetta che un'iniziativa può essere falsa, non bisogna subito ostacolarla, ma pregare perché il Signore vi pensi a lasciarne la responsabilità ai superiori. Anche questi, prima di giudicare e di prendere provvedimenti, debbono vagliare e ponderare ogni cosa innanzi a Dio, e non essere facili a stroncare quel bene del quale debbono essere i mecenati e gl'incoraggiatori.
Satana li insidia e tenta con illusioni e prevenzioni di farli strumenti di distruzione. In fondo l'uomo del quale parla il Sacro Testo scacciava i demoni nel nome di Gesù; questo non poteva garbare a satana, il quale si servì degli apostoli per liberarsi da quella noia.
È una scena che si ripete facilmente, e i superiori debbono essere vigilanti quando hanno cattive informazioni, indagando se esse non siano un tiro dello spirito maligno.
Il bene non deve essere troppo attanagliato in formalità esterne; ha bisogno di una santa libertà, perché questa facilita l'iniziativa. Certe opere non si fanno coi regolamenti ma con gl'impeti generosi di carità e dello zelo; se si volesse aspettare che al principio tutto sia perfetto, non si farebbe mai nulla di bene.
Non proibire le opere buone, ancorché si facciano senza apparato; benedire le iniziative e incoraggiarle, pregare perché prosperino, ed essere molto restii a suscitare persecuzioni; questo significa avere quel sale del quale parla Gesù, e mantenere la pace fra tutti gli uomini di buona volontà, come Egli comanda.
Sac. Dolindo Ruotolo

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