sabato 29 marzo 2014

30.03.2014 - Commento a 1Samuele cap. 16, par. 2

2. L’elezione di David ed i primi lineamenti dei Re d’Amore.
David fu la figura più luminosa del Redentore, e però in tutta la sua storia ne portò impressa l’immagine. Saul, rigettato da Dio, non Lo figurava più, neppure imperfettamente; era come ombra ricacciata dai raggi del sole, era come nube o come fumo dissipato dal vento. A volte succede che le nubi prendano delle forme strane; tu le vedi e sembrano colossali animali appiattati, colonne erette nel cielo, greggi di pecorelle; mentre le contempli viene il vento, le trasforma, le dissipa. Così era la figura di Saul; il vento del peccato e della disobbedienza l'aveva dissipata; oramai non era che un cumulo nero, pronto a scaricarsi in pioggia irruente.
Sembrerebbe che il Signore fosse stato severo quando disse a Samuele : “ Fino a quando piangerai tu Saul, mentre io l’ho rigettato perché non regni sopra Israele? „ Sembrerebbe che Egli non avesse voluto quelle lagrime di compassione e di preghiera per avversione a Saul, ma non è così. Dio è sempre misterioso amore in ogni sua parola, in ogni suo atto; l'uomo tante volte lo giudica male perché non lo intende; è strano anzi che l’uomo giudichi Dio come si suol giudicare uno contro il quale si ha un preconcetto, una prevenzione; tutto s'interpreta in male, tutto sembra mal fatto, di tutto si dà una spiegazione-pessimista. Se un’affermazione la fa uno scienziato, noi curviamo la fronte senza discuterla, anzi l'ammiriamo anche senza comprenderla; se un atto è compiuto da uno che ci ha fatto il più piccolo benefizio , noi lo giudichiamo ottimamente ; a volte le più brutte stoltezze dette da personaggi celebri ci sembrano genialità; le più crudeli manifestazioni di odio ci sembrano giustizia e forza di carattere; solo quando parla Dio dubitiamo, e quando agisce Dio, interpretiamo tutto in male e ci occorre più che l'evidenza per applaudire alla sua bontà. Persino le anime pie e buone combattono contro le più strane tentazioni quando si tratta di Dio. È questa una delle forme più ripugnanti della nostra ingratitudine, è una delle manifestazioni più gravi della nostra scempiaggine,poiché noi ci facciamo ingannare dalle suggestioni di satana, e siamo come le femminucce di strada che danno peso ad ogni calunnia, ad ogni sospetto, ad ogni insinuazione maligna sul prossimo loro.
Dio non vuole che Samuele pianga più oltre su di Saul, non perché riprovi quella compassionevole carità, ma perché spunta all'orizzonte la luminosa figura del Re immortale dei secoli che ci portò la gioia. Dio parla secondo le sue grandi vedute, secondo i suoi disegni mirabili; si direbbe che Egli è preso dalla gioia vedendo delinearsi all'orizzonte la piccola nube che doveva diventare un giorno pioggia salutare di grazie. Oh ! Dio non guarda Saul con volto severo, non lo perseguita, poiché Egli è onnipotente nel perdonare ; Egli guarda in lui il termine del regno della servitù e del peccato, guarda in lui il tramonto di ciò che era inquinato dalla disobbedienza del primo uomo; prescinde dall’individuo, guarda lontano ad un orizzonte più vasto, scorge Betlem dalla quale doveva un giorno nascere il Verbo umanato, e vuole che Samuele vada là e non pianga, perché quel cielo, quei monti, quelle valli risuoneranno della fatidica gioia degli Angeli : Gloria in excelsis Deo, gloria a Dio nel più alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Dio manda il Profeta a Betlem non con un vasetto di olio, ma vuole che riempia il corno, simbolo di abbondanza e di fortezza, lo riempia di olio, simbolo di grazia, per ungere il nuovo Re, perché il Re d'Amore sarà inondato di grazia, sarà grande, sarà fermo sul suo trono. E Dio lo manda ad Isai in Betlem, dicendogli che si era provveduto un Re fra i suoi figli; lo manda ad Isai che significa chi esiste, e dono di Dio, poiché nel nome stesso del padre di David rifulgeva, la luce del mistero futuro. II vero David, il Figlio del Padre, il Verbo umanato doveva essere Re; lo mandava il Padre, chi esiste, Isai ; lo faceva concepire Io Spirito Santo, il dono di Dio, Isai, dal seno di una purissima Vergine.
Samuele esita, non vuole andare a Betlem, perché teme che Saul lo uccida sapendolo. Sembra che Dio gli suggerisca una doppiezza, ingiungendogli di condurre con sé un vitello e di dire che è venuto per sacrificare al Signore, chiamando Isai a partecipare all’immolazione della vittima. Ma che doppiezza ! Dio parla nella sua infinita luce : Saul, la morte, il peccato, si avanza verso Samuele, verso colui che domandato da Dio, è posto da Dio, ha un nome ricevuto da Dio, Gesù Salvatore, è di Dio, qui fuit Dei; si avanza perché l'ha visto in Betlem, nato da donna, in carne mortale. Ma il Salvatore porta con sé la vittima, porta con la mano il vitello, poiché la sua carne stessa è la vittima, la sua mano la fermerà sull'altare della Croce, ed Egli può dire nascendo in Betlem : Sono venuto per sacrificare al Signore. Dio non suggeriva dunque a Samuele una doppiezza e tanto meno una menzogna, ma in quelle misteriose parole esprimeva la missione del Redentore: Sono venuto per 'sacrificare al Signore. E perciò invitava al sacrifizio della vittima Isai, chi esiste, il dono di Dio, poiché sul Calvario, con la Vittima divina, ci fu il Padre e l'Amore; perciò dice che dopo il sacrifizio gli mostrerà quello che deve fare, e gli farà ungere colui che gl'indicherà, poiché dopo l’immolazione del Calvario l'uomo conobbe per l'effusione dello Spirito Santo quel che doveva fare, ed ebbe nel suo mortale cammino il Cristo visibile, l’unto di Dio, il Papa. È grandioso questo intreccio di figure e di simboli in pochi righi, e ci mostra quanto è grande Dio nei misteri della sua parola. Si direbbe che di fronte alla figura viva del Suo Figliuolo umanato, lo stile divino cresca in una sublimità lirica che dà le vertigini.
Samuele andò in Betlem, e gli anziani della città ne rimasero meravigliati, o secondo il Testo originale, ne rimasero spaventati; credevano che fosse venuto così improvvisamente per infliggere un castigo, c fosse venuto perché Saul lo perseguitasse; perciò gli domandarono ansiosi: — La tua venuta è pacifica? — Nella commozione della città di Betlem, alla venuta di Samuele, si sente l'eco profetica della commozione di Gerusalemme alla notizia della nascita dell' Infante divino. Ma Egli, senza essere interrogato, fece anticipatamente rispondere dagli Angeli che la sua venuta era pacifica: in terra pax. E rispose Egli stesso con la sua povertà, col suo annichilamento, col suo amore: — Sono venuto per immolare al Signore.
Samuele santificò Isai ed i suoi figliuoli e li chiamò al sacrifizio; li santificò con la lavanda delle vesti e con la continenza, e riservò a sè questa santificazione. Così Dio santificò la famiglia nella quale doveva nascere il Redentore; riservò a Sè questo miracolo di grazia, e formò quei colossi di santità che furono S. Gioacchino, S. Anna e S. Giuseppe, e sopra tutto santificò la Vergine Immacolata. Anche il Verbo Umanato prima di compire il suo sacrifizio santificò la famiglia sua, gli Apostoli, dai quali, doveva scegliere l'Unto del Signore, il suo Vicario in terra, il Papa.
Samuele, avendo eletto una volta Saul per la. sua bellezza e per la sua statura, non sapendo chi fosse l’eletto di Dio nella famiglia di Isai, spontaneamente fermò il suo occhio su Eliab, che era il più bello ed il più alto dei presenti, e domandò al Signore se quello fosse l’eletto. Ma il Signore gli rispose di non fermarsi questa volta alle apparenze, perchè Egli aveva anzi rigettato Eliab, e disse quelle profonde e belle parole : " L’uomo riguarda le apparenze, ma il Signore guarda il cuore „. Da queste parole si rileva che Eliab doveva essere cattivo e che il Signore lo aveva rigettato.
Samuele, avvisato così da Dio sul conto di Eiiab, manifestò ad Isai che non era quegli l'eletto. Isai allora gli presentò successivamente Abinadab e Samma; ma non erano essi gli eletti alla dignità regale. Fece venire il resto dei sette figli che si trovavano in casa, ma nessuno di questi era l’eletto. Dal primo Libro dei Paralipomeni (11-15), conosciamo il nome di tre dei quattro figli presentati ad Isai' dopo Eliab, Abinadab e Samma; essi si .chiamavano Natanael, Raddai ed Ason; dell’altro non si fa parola perché dovette morire presto.
Nessuno dei figli presentati era l’eletto di Dio. È da notarsi che Samuele per prudenza non fece sapere a quale fine ricercasse uno dei figli d’Isai per ungerlo; temette che avrebbero potuto riferire la cosa a Saul. Fece intendere solo che doveva essere eletto a qualche cosa di grande, e per questo Isai non pensò neppure al più giovane dei suoi figli che pascolava le pecore. Ma Samuele lo fece chiamare, poiché proprio il più piccolo ed il più spregiato era l’eletto di Dio. Venne David, che significa il diletto-, era rosso, cioè biondo, cosa molto rara in Oriente, dove i capelli sono neri; era di bell’aspetto, o come dice l’ebraico, era bello negli occhi, ed aveva il viso avvenente. Samuele, spinto da Dio, si levò e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e da quel giorno lo Spirito del Signore si posò su David, si posò sopra di lui lo spirito di fortezza, di prudenza, di consiglio e di profezia.
David stava a pascolare le pecore per obbedire al padre, e fu eletto ; non appariva quasi fra i suoi fratelli, poiché era il più piccolo, e fu eletto fra essi, con onore pubblico. Ecco i lineamenti del Re d’Amore: per obbedienza venne in terra a raccogliere e pascolare le sue pecorelle, e fu eletto fra molti fratelli, come dice S. Paolo; tratto dal nascondimento del suo lavoro, comparve come il più bello dei figliuoli degli uomini. Anch’Egli come David era biondo, aveva gli occhi bellissimi, poiché da essi non rifulgeva solo l’anima ma ancora la Divinità sua.
I figliuoli presentati da Isai in un primo momento, non furono eletti; Eliab, Abinadab, Samma, Natanael, Raddai, Ason, nei loro nomi sintetizzavano la storia di tanti eventi e di tante gioie familiari, giacché si sa che il nome veniva spesso imposto da una circostanza della nascita, ma essi, nel disegno di Dio, rappresentavano la riprovazione del popolo. Per questo il Signore stesso, quando gli si presentò Eliab, disse con forza a Samuele che lo aveva rigettato; degli altri figli di Isai invece è detto semplicemente che non furono eletti. Ma Eliab significa il popolo di Dio, e di fronte a David che significa il diletto, rappresentava il popolo ebreo di fronte al vero diletto del Padre-, ora il popolo ebreo fu rigettato da Dio per la sua iniquità; e si elevò fra molti fratelli Colui sul quale risuonò la voce del Padre : " Questi è il Figlio mio diletto, nel quale ho posto tutte le mie compiacenze Fu rigettato Eliab, perchè Dio disse che guardava il cuore e non giudicava secondo le apparenze; ed allo stesso modo fu rigettato il popolo di Dio, Eliab, perchè aveva il cuore lontano dal Signore, secondo quello che disse Gesù Cristo medesimo. La figura del Redentore, dunque, fin dal principio del regno di David si presenta luminosa e stupenda in mezzo alle oscure nebbie del futuro.

Nessun commento:

Posta un commento