martedì 1 aprile 2014

01.04.2014 - Commento ad Ezechiele cap. 47, par. 2

2. La visione delle acque e il suo profondo significato. La pace nel mondo: Uguaglianza di giustizia e di carità.
L’acqua che scaturisce, disseta, monda, risana e feconda è sempre nelle Scritture simbolo della grazia di Dio. Il Signore stesso si chiamò fonte di acqua viva in Geremia: Hanno abbandonato me, fonte di acqua viva, per cavarsi delle cisterne (2, 13), e Gesù Cristo promise quest’acqua viva a chiunque avrebbe avuto sete di Lui (Giov. 7, 38).
Sotto questo simbolo l’Angelo mostra al Profeta la pienezza della grazia che avrebbe restaurato la Chiesa e le nazioni, e gliela mostra in quattro successivi e crescenti tratti, che da un rigagnolo giungono fino ad essere un fiume abbondante. La visione è tutta simbolica e profetica e non allude neppure lontanamente all’acqua corrente che serviva a ripulire il Tempio del sangue delle vittime immolate.
Ezechiele fu ricondotto dall’Angelo verso la porta orientale della Casa di Dio, e vide di sotto alla soglia della porta sacra scaturire delle acque che scorrevano verso il lato destro del Tempio in direzione Sud-Est, verso il Mar Morto. Uscì fuori il recinto del luogo sacro per la porta settentrionale, girò attorno alle mura, ritornò alla porta orientale dal di fuori, e vide che le acque scorrevano anche fuori del recinto.
L’Angelo misurò mille cubiti del corso di quest’acqua, ed ordinò al Profeta di attraversarlo. Lo attraversò e l’acqua gli arrivava fino al malleolo. Misurò altri mille cubiti, e passando l’acqua gli arrivava fino al ginocchio. Ne misurò ancora mille, e l’acqua giungeva alle reni; ne misurò altri mille e l’acqua non si poteva guadare, perché era diventata un torrente profondo.
L’Angelo richiamò l’attenzione del Profeta su questo fatto meraviglioso, dicendogli: Certamente tu hai veduto, o figliuolo dell’uomo, e così dicendogli lo ricondusse lungo le rive del torrente che s’era fermato, ed esse erano lussureggianti per una grande quantità di alberi che in poco tempo vi erano cresciuti. Erano alberi, come è detto appresso, che non perdevano mai le foglie e non mancavano mai di frutti, dandoli ogni mese; i frutti, poi, servivano per cibo, e le foglie per medicina. Le acque, scendendo verso il confine orientale, entravano nel Mar Morto e lo risanavano facendolo popolare di pesci.
Questo mare, chiamato così perché dopo la distruzione di Sodoma e Gomorra non ha più esseri viventi, nonostante che in esso si riversi il Giordano, veniva risanato dal torrente che fluiva dal Santuario; e sulle sue rive, da Engaddi verso l’estrema parte meridionale, ad Engallim, verso la opposta parte settentrionale, si fermavano numerosi pescatori a raccogliervi il pesce e ad asciugarvi le reti. I pesci erano abbondanti e di moltissime specie, come i pesci del Mar Grande, ossia del Mediterraneo.
Solo dove le acque del Mar Morto s’impantanavano lungo le rive, il torrente che sgorgava dal Tempio non portava il risanamento, ma esse servivano di saline, o, come dice il Testo ebraico, erano abbandonate al sale rimanendo incapaci di vita, e semplicemente come riserve di sale.
Tutto nella scena descritta è simbolo.
Tutta questa scena è un simbolo mirabile: il Tempio è figura certissima del corpo di Gesù Cristo, secondo la sua stessa parola; l’acqua che sgorga dal lato destro del Tempio è l’acqua che scaturì dal suo Cuore, ferito dalla lanciata avuta a destra, acqua di grazia che Egli ci donò morendo per noi. Il torrente che quest’acqua forma scaturisce per la porta Orientale, simbolo di Maria SS., perché Egli per Maria ci dona la grazia.
I quattro tratti di acqua che diventano sempre più profondi, significano il crescere della Chiesa, che, cominciata come un piccolo rigagnolo nei primi tempi, diventa un fiume negli ultimi tempi. Significano anche il crescere della grazia nelle anime; queste, sotto il suo influsso, cominciano col dare i primi passi nelle vie di Dio; poi crescono nei gradi dell’orazione, poi si purificano nei lombi, ossia in tutto ciò che è carnale e materiale, ed infine giungono all’eterna gloria, fiume sconfinato di amore.
Acque salutari di vita sono le Sacre Scritture che possono scaturire solo dalla Chiesa, come dice S. Ambrogio. Chi si ferma al loro senso letterale passa solo col piede in questo fiume di vita; chi ne considera il senso morale vi passa con le ginocchia e vi attinge la vita dell’orazione; chi ne considera il senso mistico si eleva in Dio nella considerazione delle sue magnificenze e si trasumana, giungendo fino alla contemplazione dei divini misteri, che sono profondità insondabili.
Le acque della grazia che vengono da Gesù Cristo, scaturiscono per Maria, crescono nel percorso della vita della Chiesa, e penetrano i cuori attraverso la parola di Dio; producono frutti abbondanti e perenni, giungono al mondo, verso il Mar Morto, privo di ogni germe di grazia e lo risanano, lasciando solo le paludi appantanate, simbolo dei superbi e degli eretici, appantanati nei loro pensieri e nei loro peccati.
Negli ultimi tempi del mondo, quando la Chiesa risplenderà di vita novella nel Regno di Dio, le acque della grazia, della misericordia di Maria SS. e della Parola di Dio nelle Sacre Scritture saranno un fiume, e la vita che daranno alle anime produrrà frutti perenni di virtù, che saranno godimento vero nell’esilio temporale e medicina nelle debolezze della natura. I pescatori, cioè gli Apostoli della verità, andranno su tutte le rive del mare del mondo, risanato dalla grazia, e raccoglieranno in grande abbondanza le anime di ogni ceto e di ogni condizione.
L’intensità della vita spirituale produrrà la pace nelle nazioni, figurate dalle dodici tribù d’Israele, e la pace sociale tra le genti, frutto della carità scambievole. Per questo il Signore, subito dopo la visione dell’acqua salutare che cresce, risana e feconda, parla dei confini del territorio delle dodici tribù, e dell’abitazione pacifica che in esso avranno non solo i cittadini ma anche gli stranieri, uniti ai cittadini negli stessi sentimenti di fede.
I confini delle nazioni saranno pacifici perché ben delineati, e i cittadini vi avranno tutti ugualmente la loro porzione, in modo che non ci sarà più povertà, né vi potrà essere più lo sperpero della propria porzione, dato che la vita trascorrerà nella sobrietà e nel timore di Dio, sotto la vera, materna guida della Chiesa.
Noi siamo dei grandi assetati nella vita, e dolorosamente pretendiamo dissetarci alle salate acque del mondo, il quale è veramente come il Mar Morto. Abbiamo estremo bisogno delle acque vive che sgorgano solo dalla Chiesa, delle acque della misericordia, della grazia e della verità. La Chiesa è una fonte, perché Essa solo possiede Gesù
Cristo per Maria Immacolata; ma quando i pigmei della politica e della scienza terrena pretendono invaderla e sopraffarla e presumono aprire essi le fonti dissetanti, allora i popoli non sono fecondati dalla grazia, si azzuffano in guerre e dissensioni continue e si riducono nella più grande infelicità, come abbiamo visto e vediamo.
Convertiamoci a Dio sinceramente, tutti, e ritorniamo alle fonti della Chiesa, ricacciando da noi tutta quella scoria di modernismo scellerato, che è rovina delle menti e dei cuori. La Chiesa non ha bisogno di luce, poiché Essa ne è fonte per Gesù Cristo e per lo Spirito Santo; chi pretende di illuminarla coi moccoli fumiganti del sapere umano la ricolma di tenebre. Dobbiamo ritornare alla semplicità della fede e ripudiare tutto quello che la offusca, dobbiamo ritornare alla genuina Parola di Dio, meditata coi lumi della Chiesa, e dobbiamo correre al Tempio per bere a questa fonte, che scaturisce cristallina dalla Sacra Liturgia e dalla vita della Chiesa.
Non c’è altra salvezza per il mondo.
La parola di Dio ci guiderà nella vita individuale e sociale, e farà sorgere il regno dell’eguaglianza vera e sapiente fra tutti i poli, fra tutti i cittadini della stessa nazione e fra tutte le famiglie. I beni della terra saranno distribuiti inalienabilmente per città e per famiglie, e costituiranno il mezzo per sostentare la vita. Il timore di Dio e l’osservanza della sua Legge impediranno la loro dissipazione. Ogni famiglia avrà interesse a conservare il suo piccolo feudo, come i Re hanno premura di custodire il loro trono.
Non vi saranno più gli agglomerati mostruosi delle grandi città, ma i paeselli tranquilli,retti con la giustizia e la carità e ricchi di risorse locali per tutto ciò che è indispensabile alla vita. Svanirà tutto ciò che è illusione della vita, e che serve non a divertirla ma a sconvolgerla; si avrà più premura di formare i monumenti dello spirito che quelli di pietra; le scienze e le arti fioriranno, come nel tempo del loro massimo splendore, intorno al Tempio del Signore.
Le macchine mastodontiche e gl’impianti delle industrie saranno sostituiti da modeste iniziative locali, evitando così la sopraproduzione che produce l’affamamento dei popoli e la tirannia di una vita materiale, più da schiavi che da creature ragionevoli di Dio, e che estingue quella dello spirito, semplice e lieta.
Vi saranno ancora le paludi dell’umanità, senza dubbio, vi sarà ancora il male che sfugge al risanamento della grazia divina e vi saranno ancora i cattivi, ma rimarranno ai margini della vita, e serviranno solo per l’esercizio della pazienza e della carità. Il Signore regnerà da sovrano nella Chiesa, ed alle utopie degli uomini sostituirà l’ordinamento della sua sapienza e del suo amore, ridonandoci veramente la pace.
Sac Dolindo Ruotolo

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