domenica 6 aprile 2014

06.04.2014 - Commento a Ezechiele cap. 37, par. 2

2. La resurrezione dei morti immagine della ricostituzione del popolo di Dio, e della resurrezione dell’umanità in Gesù Cristo.
Dio trasportò il Profeta in ispirito in un campo che era pieno di ossa grandemente inaridite. Non erano quindi le ossa degli uccisi nella guerra dei Caldei contro Israele, ma erano le ossa dei morti. La distesa del campo dava l’idea di una regione sconfinata, immagine e sintesi della terra, il numero grandissimo delle ossa rappresentava tutti i morti nel percorso dei secoli, e il loro totale disseccamento indicava e sintetizzava l’epoca lontana della loro morte.
Il Signore, come dice esplicitamente S. Girolamo, e come affermano i Padri, volle mostrare al Profeta in una scena impressionante e sintetica la resurrezione dei morti nell’ultimo giorno, per dargli un argomento della sua onnipotenza, per confermare ad Israele la promessa della ricostituzione, e per dirgli che questa ricostituzione, culminava nella Redenzione, nella quale Egli avrebbe ridonato la vita ai morti dell’anima.
Dopo aver mostrato al suo servo quel campo pieno di ossa,
Il Signore glielo fece girare tutto perché avesse constatato da vicino e singolarmente la desolazione di quelle ossa. Altra cosa, infatti, è il vedere in una occhiata un ossario, altra cosa è il riflettere allo squallore di ogni teschio e di ogni osso, che un tempo furono strumenti di attività.
Ezechiele vedeva tutto in ispirito, ma in un modo assai più evidente di qualunque scena di sogno, e doveva ripensare alla vanità della vita umana, quando Dio gli domandò: Figliuolo dell’uomo pensi tu che queste ossa riavranno la vita? Il Profeta credeva alla resurrezione dei morti, ma non sapeva quando e in che modo sarebbero risorti, e perciò disse: Signore, tu lo sai.
Dio allora gli ordinò di profetare su quelle ossa, cioè di parlare in suo nome, annunziando loro la resurrezione: Ecco che io infonderò in voi lo spirito e vivrete, vi rifarò nel corpo congiungendo prima le ossa coi nervi, e facendovi crescere la carne e la pelle; poi vi darò novellamente lo spirito e vivrete.
La parola di Dio onnipotente avrebbe un giorno richiamato i morti alla vita, il Verbo Umanato avrebbe risuscitato le anime, e la Parola di Dio, annunziata a tutte le genti, avrebbe comunicato loro la vita della grazia e le avrebbe restaurate, dopo l’apostasia, come suo regno, allo stesso modo come avrebbe restaurato il regno d’Israele dopo il castigo.
Evidentemente il Signore non poteva indicare nella resurrezione di quelle ossa solo la ricostituzione d’Israele, la cui vita e il cui regno erano tutto un tipo ed un annunzio della sua Chiesa e degli eventi futuri del mondo.
Ezechiele parlò a quelle ossa come Dio gli aveva comandato, ed ecco immediatamente esse si mossero producendo uno strepito grande ed un agitarsi per raggiungere ognuna il suo posto e la sua giuntura nella compagine del corpo cui apparteneva. Era uno spettacolo impressionante per l’anima del Profeta, e più impressionante ancora quando vide che crescendo su di esse i nervi, le carni e la pelle divennero corpi umani, distesi però su quella ampia spianata, immobili. Avevano bisogno dell’anima per vivere, e Dio ordinò al Profeta d’invocare lo Spirito Santo, perché dai quattro venti avesse spirato su quelle ossa novellamente la vita, facendovi ritornare le anime.
Nella creazione Dio spirò sul corpo plasmato dalla creta, e spirando creò l’anima e gliela infuse; nella resurrezione Dio spira novellamente sugli uomini, riplasmati dalla sua potenza con la stessa creta che formò il loro corpo, e richiama in essi l’anima immortale che creò ad ognuno.
Chiama lo spirito dai quattro venti, non solo perché fa ritornare le anime in ogni parte del mondo dove c’è un corpo da esse informato, ma perché le richiama dal Cielo, dall’Inferno, dal Purgatorio e dalla medesima terra. Dal Cielo chiama le anime beate, dall’inferno quelle dannate, dal Purgatorio quelle che hanno là compiuta la loro purificazione, e dalla terra quelle che si separano dal corpo nell’ultimo giorno del mondo, e che, per il breve tempo della loro separazione, sono considerate ancora di questa terra.
Il Profeta parlò come il Signore gli aveva comandato, ed ecco che quei corpi ebbero la vita e si rizzarono sui loro piedi, formando un esercito stragrande. Erano un segno manifesto della potenza di Dio nell’ultimo giorno del mondo, e costituivano per Israele un argomento di grande fiducia nella sua ricostituzione e nel compimento delle divine promesse. Perciò il Signore soggiunge: Figliuolo dell’uomo, tutte queste ossa sono la casa d’Israele.
Essi credono di essere ridotti come ossa inaridite sol perché sono ridotti schiavi, e credono che la loro speranza è perita, perché sono ridotti come morti in un sepolcro, non avendo più fiducia di risorgere come nazione, e vedere realizzate le loro grandi speranze.
Ebbene se Dio un giorno farà risorgere i morti tutti della terra, e li farà venire al suo cospetto nel loro numero stragrande, quanto più potrà liberare quelli che non sono morti, e si credono tali sol perché lontani dalla loro terra? Egli non solo li caverà fuori dal sepolcro della loro morte come nazione, riconducendoli alla loro terra, ma infonderà loro il suo Spirito, e compiendo le loro speranze e le sue promesse, li trasformerà nel popolo vero della sua predilezione, nella sua Chiesa.
Sac. Dolindo Ruotolo

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