mercoledì 25 giugno 2014

25.06.2014 - Commento al vangelo di S. Matteo cap. 7 par. 6

6. La via e la porta del cielo. I falsi profeti e la falsa religione
Gl'insegnamenti, che Gesù Cristo dà, possono sembrare ardui alla natura, disorientata dalle passioni; ma Egli non ci fa illudere con prospettive di effimera felicità, non ci inganna perché è la stessa verità, e ci addita chiaramente la porta e la via del cielo, dicendo: Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Quanto angusta è la porta e stretta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!
Gl'ingannatori e i mestatori della povera umanità si presentano con programmi altisonanti di benessere materiale o di illusorio benessere spirituale, e trascinano alla morte; Gesù Cristo ci dice chiaro la verità e ci conduce alla vita.
La via e la porta stretta, che ci addita, sono tali innanzi al mondo, ma innanzi a Dio sono piene di pace e d'ineffabili grazie. Spira una soave dolcezza dalle stesse parole del Vangelo, e quella via sembra quasi un solitario sentiero di montagna, che nella sua stessa asprezza è pieno dì attrattive. La vita è una prova, ed è logico che sia penosa; ma nella stessa pena è dolce quando guardiamo a Dio solo, perché è proprio il dolore che ci dona la libertà dello spirito sciogliendoci da ogni legame di terra, e ci sospinge a Dio con maggiore ardore. Gesù ci mette perciò in guardia contro i falsi profeti, che si fingono agnelli di pace e di bontà, predicano il benessere, e sono lupi rapaci, che strappano le anime al Signore ed alla vera felicità. Questi falsi profeti sono i sobillatori dei popoli e gli eretici; gli uni ingannano promettendo la brutale soddisfazione delle passioni, e materializzando la vita, gli altri ingannano fingendo pietà e religione e aprendo una via allo spirito, che sembra più comoda e conduce invece alla morte eterna.
A questa categoria appartengono gli eretici e specialmente i protestanti; all'altra appartengono i massoni, i settari e specialmente i comunisti bestiali.
Gesù Cristo ci dà il criterio infallibile per conoscerli, dicendoci che i frutti che essi producono li manifestano. Le sette hanno un tristissimo retaggio d'iniquità, di soprusi, di delitti e di spaventose degradazioni; gli eretici, pur fingendo di predicare la virtù e la fede, devastano la coscienza e riducono le anime ad un cumulo di rovine. Basta vedere lo stato di corruzione nel quale sono cadute le nazioni protestanti per convincercene. Si può dire senza esagerazione perché è un fatto storico innegabile che tutta l'apostasia moderna da Dio è dovuta al protestantesimo, degenerato prima nel razionalismo e poi nell'ateismo. Se la Russia è diventata la tristissima fucina della barbaria comunista, questo lo si deve alla sua lunga divisione  dalla Chiesa cattolica. Dove vi sono i falsi profeti, c'è la morte con tutte le sue conseguenze di corruzione.
Che importa che essi fingano pietà, e s'illudano di averla? Non è l'apparenza che vale innanzi a Dio; né il dire: Signore, Signore, e fare poi il comodo proprio, che può far entrare nel regno dei cieli. La caratteristica degli eretici non potrebbe essere più precisa: essi dicono Signore, Signore, con le apparenze della loro pietà, si vantano anche di profetare nel nome di Dio, cioè di annunziare e propagare le parole della Bibbia; credono di essere i propagatori del regno di Dio, e i nemici di satana, mentre dolorosamente, ne sono gli amici e i coadiutori; rigettano i miracoli della Chiesa, e credono alle loro stoltezze nelle riunioni specialmente di alcune sette, come quelle dei pentecostali, nelle quali le convulsioni epilettiche e gli ubriacamenti della fantasia, fanno loro credere di rinnovare il miracolo della Pentecoste. Gesù Cristo non lascia luogo ad equivoci, afferma solennemente che simile gente è così estranea a Lui, che Egli non la conosce, e protesterà Lui nel giorno del giudizio.
Falsi profeti sono anche quelli che si ammantano di pietà, e poi vengono meno ai loro doveri, contentandosi di una devozione superficiale, tutta a base di apparenza e vuota di sostanza. Queste anime sono come terre abbandonate che danno fiori selvatici e producono solo paglia isterilita.
Il cristiano dev'essere integro e totalitario; deve istruirsi nella fede e vivere nell'infallibile luce della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana; deve unirsi alla vita della Chiesa per unirsi a Gesù Cristo, deve avere grande vita interiore, e tendere alla santità.
Sac. Dolindo Ruotolo

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