2. Il significato di questo capitolo. Le lotte gloriose della Chiesa Cattolica.
Amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze, significava rimanergli fedeli. Era questo io scopo principale per il quale Dio aveva eletto Israele in mezzo a tutta la terra. Egli voleva formarsi un popolo distinto dagli altri, non tanto per razza, quanto per il culto e la religione vera; un popolo che avesse potuto accogliere il Redentore meno indegnamente di qualunque altro. Per ottenere questo era necessario che gli Ebrei non si fossero in nessuna maniera mescolati o alleati ai popoli pagani ed idolatri che andavano a conquistare. Questi popoli scellerati erano giunti al colmo delle loro iniquità e non meritavano altro che la distruzione, perciò Dio dice che saranno sterminati. L’esterminio sarebbe avvenuto gradatamente, a poco a poco, per impedire che in quella terra spopolata di un tratto, si fossero moltiplicate le fiere con danno del popolo ebreo il quale non avrebbe potuto di un tratto popolare tutta quella terra e quindi dissodarla ed impedire il moltiplicarsi delle fiere.
Dio vuole che il suo popolo avanzando distrugga ogni idolatria in quelle terre, abbattendo i templi e gli altari, infrangendo i cippi, cioè le pietre consacrate agl'idoli, troncando pali e gli alberi consacrati a loro, bruciando le loro statue, senza appropriarsi dell'oro e dell’argento di cui erano fatte o rivestite.
Dio dice che disperderà innanzi agii Ebrei sette nazioni, cioè gli Etei, i Gergesei, gli Amorrei, i Cananei, i Ferezei, gii Evei, e i Gebusei. Nel Genesi invece (cap. XV, 19-21} sono numerate dieci nazioni, cioè oltre queste enumerate, i Cinei, i Cenezei, i Cadmonei ; inoltre in luogo degli Evei sono nominati i Refaiti. Comunemente si crede che questi popoli fossero delle frazioni più piccole unite a quelli già nominati qui. Dei Cinei si sa che discendendo essi da Cin, figlio di Jetro, e cognato di Mosè, non furono interamente sterminati nella desolazione dei Madianiti, ma si unirono agli Ebrei, ed avendo attraversato il Giordano si ritirarono nel deserto dopo la presa di Gerico, col fine di vivervi una vita santa e ritirata. Quando Jabin, re di Canaan, soggiogò gl’Israeliti, lasciò in pace i Cinei, per cagione della loro grande virtù (Giud. I, 16 ; I Parai. XI; I dei Re XV).
La ragione per la quale sono nominate qui solo sette nazioni e non dieci, deve ricercarsi in un significato mistico. In questo modo di elencare le nazioni che gli Ebrei dovevano soggiogare, c'è un senso tipico verbale, poiché il popolo ebreo travolgente i popoli idolatri era figura della Chiesa Cattolica la quale abbatte i sette peccati mortali che sono come le sette nazioni nelle quali satana impera, e travolge le eresie e gli errori di tutti i tempi. Significando questo, Dio non nomina i Cinei, i Cenezei e i Cadmonei, perché nel significato etimologico di questi nomi c’è qualche cosa che si riferisce alla virtù : Cinei significa che piangono ; Cenezei significa gelosi; Cadmonei significa antichità di Dio. La Chiesa non stermina quelli che piangono per dolore delle loro colpe, e quelli che sono gelosi delle tradizioni che si riferiscono al Signore; Essa disperde i peccati, ma ama i penitenti; Essa conserva nella sua vita e nella sua liturgia gli usi più antichi e può dirsi gelosa custode delle antichità di Dio. Essa invece disperde le eresie nelle loro varie forme; l’eresia del falso timore, come quella dei Giansenisti, cioè gli Etei, che significano timorosi; disperde i Gergesei, i disputanti, cioè quelli che cavillano sulle parole divine contorcendone il senso; disperde gli Amorrei, gli alteri cioè quelli che adorano il loro io orgoglioso; disperde i Cananei, i mercanti, che riducono la Fede ad un traffico, e cercano il loro tornaconto e la loro soddisfazione nelle passioni. La Chiesa condanna i Ferezei, i dispersi, cioè quelli che si separano da lei con lo scisma e che sono veramente figliuoli dispersi; stermina gli Evei, i colpevoli che non fanno penitenza e che si ostinano nelle loro iniquità ; ed infine condanna e riprova i Gebusei, i disprezzanti cioè i poveri protestanti, che sono veri Gebusei, perché hanno nel loro carattere il disprezzo per la vera Chiesa: disprezzano il Papa, la tradizione, la Madonna, l’Eucaristia, la Confessione, il Sacerdozio, i dogmi della Chiesa, e tutto quello che non collima con le loro false opinioni.
Quando Dio strinse il patto con Abramo e gli parlò dei popoli che avrebbero conquistati i suoi discendenti (Gen. XV, 18-21) parlò in senso reale e li numerò tutti. Nel Deuteronomio, figura della nuova legge, paria in senso mistico e profetico, e riguardando nelle conquiste del suo popolo le conquiste della Chiesa in tutte le epoche della sua vita. adatta le parole a quello che voleva dire. In ogni epoca della Chiesa c' è una battaglia caratteristica, ed un male caratteristico che Essa vince e stermina mentre avanza alla conquista del Cielo. La prima sua battaglia è con gli Etei, col timore, poiché iniziò la sua vita col terrore delle persecuzioni; Essa vinse il timore col coraggio dei Martiri, e lo travolse bollando d'infamia ogni apostasia. La seconda battaglia della Chiesa è con i Gergesei,
con i disputanti ; aggredita dalle eresie la cui caratteristica è la vana disputa dell'errore, vince la battaglia col dogma e travolge la disputa oscura con l’anatema, con l’interdetto. La terza battaglia della Chiesa è con gli Amorrei, i forti; allorché i barbari invasero il vecchio impero Romano, e furono alle porte stesse di Roma, vi trovarono la Chiesa come rocca forte che li conquise e li convertì. La quarta battaglia della Chiesa fu con i Cananei, i mercanti, allorquando invasa dalla cupidigia degli uomini che facevano mercato dei suoi spirituali tesori, combattette la simonia e resistette all'interessata e venale invadenza dei principi. La quinta battaglia della Chiesa fu con i Ferezei, i dispersi, allorquando gli scismi la divisero ed attentarono alla sua unità. Essa travolse con l'interdetto i dispersi figliuoli fatti suoi nemici, e si mantenne una. La sesta battaglia della Chiesa fu con gli Evei, i colpevoli, allorquando la corruzione invase i suoi stessi padiglioni, e tentò di macchiarne la santità. Essa pose l'anatema ai corrotti e passò immacolata attraverso le stesse lordure dei depravati suoi figli. La settima battaglia della Chiesa è con i Gebusei, i disprezzanti, cioè gl’indifferenti, i protestanti, i razionalisti, che sono i dispregiatori dei suoi valori, della sua sapienza, della sua vita. Gli uomini ingrati la disprezzano con la generale apostasia, ma essa vince; abbatte i loro altari idolatri, stronca i loro pali, cioè le loro vacue ideologie erette come segnali di progresso, ma che sono in realtà aridi pali dell’umana stoltezza ; fa a pezzi i loro cippi, con l’apologia della verità, brucia i loro idoli col fuoco di un novello amore che in lei divampa.
La Chiesa lotta nei secoli contro questi nemici che sembrano più grandi e più forti di lei, ma li vince per potenza divina, e li pone all’interdetto fulminando contro di loro l'anatema. La Chiesa così avanza gradatamente ; le lotte non sono simultanee ma successive, ed è per essa una speciale misericordia di Dio, poiché a mano a mano si rassoda, sviluppa la sua dottrina, rafforza il suo dominio e la sua compagine , forma il suo necessario patrimonio temporale, raccoglie i figli dispersi con l'apostolato delle missioni, riconcilia con Dio i colpevoli, scuote gl’indifferenti sprezzanti.
Si è notato che nell'elenco dei popoli che Israele doveva travolgere, in luogo dei Refaiti, ci sono gli Evei, ed anche questo ha un significato. I Refaiti erano i giganti, uomini carnali e sensuali; ora i colpevoli, gli Evei, contro i quali combatte la Chiesa, sono
quelli che imitano e sostituiscono i Refaiti con la loro brutale vita di senso.
Dio disse ad Israele che lo aveva prediletto, lo aveva reso vittorioso , non perché fosse stato più grande degli altri popoli, ma perché era stato amato da Lui, e per la promessa ch’Egli aveva fatta ai Patriarchi, lo aveva tratto dalla schiavitù dell'Egitto con mano forte. È una magnifica sintesi del segreto della forza incrollabile della Chiesa Cattolica : Essa fu amata da Gesù Cristo che diede per lei se stesso affine di formarsene una sposa immacolata senza macchie né rughe; Essa ricevette il giuramento della indefettibilità: le porte dell'inferno non prevarranno, ed Essa rappresenta il popolo dei redenti dalla schiavitù del peccato con la trapassata mano e col braccio teso del Redentore sulla Croce. Non è dunque un fatto umano la vittoria della Chiesa, come oggi tanto facilmente si dice, non è un frutto della sua millenaria intransigenza, non è un frutto del numero imponente dei suoi figli, ma è un frutto soprannaturale, dovuto solo all’amore che Dio le porta, alla promessa di Gesù Cristo, alle mirabili ricchezze spirituali e soprannaturali avute con la Redenzione. E Dio che mantiene con Lei il suo patto di amore, che benedice fino alla millesima generazione e contraccambia immediatamente quelli che la combattono e la insidiano, col fallimento e con la rovina. È la storia di tutti i persecutori della Chiesa colpiti prontamente da Dio ; prontamente, cioè appena la loro iniquità è stata tutta consumata. Sono apparsi per un momento trionfanti perché l'atto della loro scellerata violenza non era compito, il Signore ha atteso questo compimento e li ha davvero prontamente colpiti.
Dio dice al suo popolo che in premio della fedeltà ai suoi comandamenti, manterrà il suo patto con lui ed il suo amore: lo benedirà e lo moltiplicherà e lo renderà ricco di frumento, di vino e di olio, lo renderà fecondo e renderà fecondo il suo bestiame, stornerà da lui ogni malattia, opererà miracoli per liberarlo dai nemici suoi, sarà con lui, e da Dio grande e terribile, getterà lo scompiglio fra i suoi nemici, ne farà sparire il nome dalla terra, cioè la potenza, e farà rovinare, i loro idoli. Sono questi in fondo i contrassegni veri della fedeltà del suo popolo, e quindi della fedeltà della Chiesa Cattolica alla sua missione.
È una menzogna che la Chiesa abbia deviato dal quarto secolo in poi, come affermano i protestanti. Se avesse deviato non avrebbe avuto le benedizioni promesse da Dio alla fedeltà del popolo suo. È un fatto invece che il Signore ha mantenuto con lei il suo giuramento, non prevalebunt, perché Essa è più viva che mai nonostante le lotte avute. È un fatto che Dio l'ha benedetta e che si è moltiplicata, rimanendo nella sua unità; è questa la vera moltiplicazione della Chiesa viva. La moltiplicazione protestante, divisa in mille sette, scompaginata in mille tendenze, è la moltiplicazione di un corpo putrefatto che accresce la sua verminazione. I protestanti computano i loro adepti a milioni, dimenticando solo allora che sono divisi in tante sette, e ritrovando l’unità effimera solo nelle cifre. Ma non basta numerare i virgulti divelti e sparpagliati per il campo, per dimostrarne la fecondità; è necessario poter numerare i virgulti vivi e fruttificanti sulla stessa pianta, da una stessa radice. Questo può farlo solo la Chiesa Cattolica.
È un fatto che la Chiesa è ricca del vero frumento e del vero vino Eucaristico, ed è ricca di olio di grazie soprannaturali, rifulgenti nei suoi Santi. È un fatto che essa è feconda di figliuoli che crescono ogni giorno, e che è feconda nel suo gregge il quale dà frutti di virtù e di bene. È un fatto che Dio ha stornato da lei ogni malanno di errore conservando intatta la sua fede apostolica; è la storia che lo dimostra. La Chiesa ha reagito ad ogn’infezione, come un organismo vivo e sano reagisce alle infezioni dei malanni. E un fatto storico che Dio ha operato miracoli di Provvidenza per renderla vittoriosa dei suoi nemici anche nei tempi più critici, e che ha mostrato di dimorare con lei da Dio grande e terribile. È un fatto che i nomi dei suoi nemici sono spariti dalla terra e che la loro potenza si è infranta. Chi ricorda più Ario, Pelagio, Manete e tanti altri ? Dov’è la potenza dei persecutori passati e recenti ? Dio li ha dispersi ! La Chiesa Cattolica dunque non ha deviato, è fedele alla sua missione, è integra nella sua compagine. Che se in certi momenti angosciosi della sua vita, per le colpe di alcuni Pastori o dei popoli, si è visto strappare qualche virgulto , la sua radice viva e vigorosa ha messo subito fuori dei verdeggianti polloni in altre parti del mondo. Dio puniva allora un Pastore infedele, ma non rigettava la Chiesa, puniva i ministri traviati ed i popoli ribelli, ma non le sottraeva la benedizione, e le ridonava subito novelli esemplari Pastori, novelli popoli, novelle generazioni di gloriosissimi Santi. La Chiesa Cattolica è dunque la vera Chiesa indefettibile , e tale rimane e rimarrà fino alla consumazione dei secoli.
Amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze, significava rimanergli fedeli. Era questo io scopo principale per il quale Dio aveva eletto Israele in mezzo a tutta la terra. Egli voleva formarsi un popolo distinto dagli altri, non tanto per razza, quanto per il culto e la religione vera; un popolo che avesse potuto accogliere il Redentore meno indegnamente di qualunque altro. Per ottenere questo era necessario che gli Ebrei non si fossero in nessuna maniera mescolati o alleati ai popoli pagani ed idolatri che andavano a conquistare. Questi popoli scellerati erano giunti al colmo delle loro iniquità e non meritavano altro che la distruzione, perciò Dio dice che saranno sterminati. L’esterminio sarebbe avvenuto gradatamente, a poco a poco, per impedire che in quella terra spopolata di un tratto, si fossero moltiplicate le fiere con danno del popolo ebreo il quale non avrebbe potuto di un tratto popolare tutta quella terra e quindi dissodarla ed impedire il moltiplicarsi delle fiere.
Dio vuole che il suo popolo avanzando distrugga ogni idolatria in quelle terre, abbattendo i templi e gli altari, infrangendo i cippi, cioè le pietre consacrate agl'idoli, troncando pali e gli alberi consacrati a loro, bruciando le loro statue, senza appropriarsi dell'oro e dell’argento di cui erano fatte o rivestite.
Dio dice che disperderà innanzi agii Ebrei sette nazioni, cioè gli Etei, i Gergesei, gli Amorrei, i Cananei, i Ferezei, gii Evei, e i Gebusei. Nel Genesi invece (cap. XV, 19-21} sono numerate dieci nazioni, cioè oltre queste enumerate, i Cinei, i Cenezei, i Cadmonei ; inoltre in luogo degli Evei sono nominati i Refaiti. Comunemente si crede che questi popoli fossero delle frazioni più piccole unite a quelli già nominati qui. Dei Cinei si sa che discendendo essi da Cin, figlio di Jetro, e cognato di Mosè, non furono interamente sterminati nella desolazione dei Madianiti, ma si unirono agli Ebrei, ed avendo attraversato il Giordano si ritirarono nel deserto dopo la presa di Gerico, col fine di vivervi una vita santa e ritirata. Quando Jabin, re di Canaan, soggiogò gl’Israeliti, lasciò in pace i Cinei, per cagione della loro grande virtù (Giud. I, 16 ; I Parai. XI; I dei Re XV).
La ragione per la quale sono nominate qui solo sette nazioni e non dieci, deve ricercarsi in un significato mistico. In questo modo di elencare le nazioni che gli Ebrei dovevano soggiogare, c'è un senso tipico verbale, poiché il popolo ebreo travolgente i popoli idolatri era figura della Chiesa Cattolica la quale abbatte i sette peccati mortali che sono come le sette nazioni nelle quali satana impera, e travolge le eresie e gli errori di tutti i tempi. Significando questo, Dio non nomina i Cinei, i Cenezei e i Cadmonei, perché nel significato etimologico di questi nomi c’è qualche cosa che si riferisce alla virtù : Cinei significa che piangono ; Cenezei significa gelosi; Cadmonei significa antichità di Dio. La Chiesa non stermina quelli che piangono per dolore delle loro colpe, e quelli che sono gelosi delle tradizioni che si riferiscono al Signore; Essa disperde i peccati, ma ama i penitenti; Essa conserva nella sua vita e nella sua liturgia gli usi più antichi e può dirsi gelosa custode delle antichità di Dio. Essa invece disperde le eresie nelle loro varie forme; l’eresia del falso timore, come quella dei Giansenisti, cioè gli Etei, che significano timorosi; disperde i Gergesei, i disputanti, cioè quelli che cavillano sulle parole divine contorcendone il senso; disperde gli Amorrei, gli alteri cioè quelli che adorano il loro io orgoglioso; disperde i Cananei, i mercanti, che riducono la Fede ad un traffico, e cercano il loro tornaconto e la loro soddisfazione nelle passioni. La Chiesa condanna i Ferezei, i dispersi, cioè quelli che si separano da lei con lo scisma e che sono veramente figliuoli dispersi; stermina gli Evei, i colpevoli che non fanno penitenza e che si ostinano nelle loro iniquità ; ed infine condanna e riprova i Gebusei, i disprezzanti cioè i poveri protestanti, che sono veri Gebusei, perché hanno nel loro carattere il disprezzo per la vera Chiesa: disprezzano il Papa, la tradizione, la Madonna, l’Eucaristia, la Confessione, il Sacerdozio, i dogmi della Chiesa, e tutto quello che non collima con le loro false opinioni.
Quando Dio strinse il patto con Abramo e gli parlò dei popoli che avrebbero conquistati i suoi discendenti (Gen. XV, 18-21) parlò in senso reale e li numerò tutti. Nel Deuteronomio, figura della nuova legge, paria in senso mistico e profetico, e riguardando nelle conquiste del suo popolo le conquiste della Chiesa in tutte le epoche della sua vita. adatta le parole a quello che voleva dire. In ogni epoca della Chiesa c' è una battaglia caratteristica, ed un male caratteristico che Essa vince e stermina mentre avanza alla conquista del Cielo. La prima sua battaglia è con gli Etei, col timore, poiché iniziò la sua vita col terrore delle persecuzioni; Essa vinse il timore col coraggio dei Martiri, e lo travolse bollando d'infamia ogni apostasia. La seconda battaglia della Chiesa è con i Gergesei,
con i disputanti ; aggredita dalle eresie la cui caratteristica è la vana disputa dell'errore, vince la battaglia col dogma e travolge la disputa oscura con l’anatema, con l’interdetto. La terza battaglia della Chiesa è con gli Amorrei, i forti; allorché i barbari invasero il vecchio impero Romano, e furono alle porte stesse di Roma, vi trovarono la Chiesa come rocca forte che li conquise e li convertì. La quarta battaglia della Chiesa fu con i Cananei, i mercanti, allorquando invasa dalla cupidigia degli uomini che facevano mercato dei suoi spirituali tesori, combattette la simonia e resistette all'interessata e venale invadenza dei principi. La quinta battaglia della Chiesa fu con i Ferezei, i dispersi, allorquando gli scismi la divisero ed attentarono alla sua unità. Essa travolse con l'interdetto i dispersi figliuoli fatti suoi nemici, e si mantenne una. La sesta battaglia della Chiesa fu con gli Evei, i colpevoli, allorquando la corruzione invase i suoi stessi padiglioni, e tentò di macchiarne la santità. Essa pose l'anatema ai corrotti e passò immacolata attraverso le stesse lordure dei depravati suoi figli. La settima battaglia della Chiesa è con i Gebusei, i disprezzanti, cioè gl’indifferenti, i protestanti, i razionalisti, che sono i dispregiatori dei suoi valori, della sua sapienza, della sua vita. Gli uomini ingrati la disprezzano con la generale apostasia, ma essa vince; abbatte i loro altari idolatri, stronca i loro pali, cioè le loro vacue ideologie erette come segnali di progresso, ma che sono in realtà aridi pali dell’umana stoltezza ; fa a pezzi i loro cippi, con l’apologia della verità, brucia i loro idoli col fuoco di un novello amore che in lei divampa.
La Chiesa lotta nei secoli contro questi nemici che sembrano più grandi e più forti di lei, ma li vince per potenza divina, e li pone all’interdetto fulminando contro di loro l'anatema. La Chiesa così avanza gradatamente ; le lotte non sono simultanee ma successive, ed è per essa una speciale misericordia di Dio, poiché a mano a mano si rassoda, sviluppa la sua dottrina, rafforza il suo dominio e la sua compagine , forma il suo necessario patrimonio temporale, raccoglie i figli dispersi con l'apostolato delle missioni, riconcilia con Dio i colpevoli, scuote gl’indifferenti sprezzanti.
Si è notato che nell'elenco dei popoli che Israele doveva travolgere, in luogo dei Refaiti, ci sono gli Evei, ed anche questo ha un significato. I Refaiti erano i giganti, uomini carnali e sensuali; ora i colpevoli, gli Evei, contro i quali combatte la Chiesa, sono
quelli che imitano e sostituiscono i Refaiti con la loro brutale vita di senso.
Dio disse ad Israele che lo aveva prediletto, lo aveva reso vittorioso , non perché fosse stato più grande degli altri popoli, ma perché era stato amato da Lui, e per la promessa ch’Egli aveva fatta ai Patriarchi, lo aveva tratto dalla schiavitù dell'Egitto con mano forte. È una magnifica sintesi del segreto della forza incrollabile della Chiesa Cattolica : Essa fu amata da Gesù Cristo che diede per lei se stesso affine di formarsene una sposa immacolata senza macchie né rughe; Essa ricevette il giuramento della indefettibilità: le porte dell'inferno non prevarranno, ed Essa rappresenta il popolo dei redenti dalla schiavitù del peccato con la trapassata mano e col braccio teso del Redentore sulla Croce. Non è dunque un fatto umano la vittoria della Chiesa, come oggi tanto facilmente si dice, non è un frutto della sua millenaria intransigenza, non è un frutto del numero imponente dei suoi figli, ma è un frutto soprannaturale, dovuto solo all’amore che Dio le porta, alla promessa di Gesù Cristo, alle mirabili ricchezze spirituali e soprannaturali avute con la Redenzione. E Dio che mantiene con Lei il suo patto di amore, che benedice fino alla millesima generazione e contraccambia immediatamente quelli che la combattono e la insidiano, col fallimento e con la rovina. È la storia di tutti i persecutori della Chiesa colpiti prontamente da Dio ; prontamente, cioè appena la loro iniquità è stata tutta consumata. Sono apparsi per un momento trionfanti perché l'atto della loro scellerata violenza non era compito, il Signore ha atteso questo compimento e li ha davvero prontamente colpiti.
Dio dice al suo popolo che in premio della fedeltà ai suoi comandamenti, manterrà il suo patto con lui ed il suo amore: lo benedirà e lo moltiplicherà e lo renderà ricco di frumento, di vino e di olio, lo renderà fecondo e renderà fecondo il suo bestiame, stornerà da lui ogni malattia, opererà miracoli per liberarlo dai nemici suoi, sarà con lui, e da Dio grande e terribile, getterà lo scompiglio fra i suoi nemici, ne farà sparire il nome dalla terra, cioè la potenza, e farà rovinare, i loro idoli. Sono questi in fondo i contrassegni veri della fedeltà del suo popolo, e quindi della fedeltà della Chiesa Cattolica alla sua missione.
È una menzogna che la Chiesa abbia deviato dal quarto secolo in poi, come affermano i protestanti. Se avesse deviato non avrebbe avuto le benedizioni promesse da Dio alla fedeltà del popolo suo. È un fatto invece che il Signore ha mantenuto con lei il suo giuramento, non prevalebunt, perché Essa è più viva che mai nonostante le lotte avute. È un fatto che Dio l'ha benedetta e che si è moltiplicata, rimanendo nella sua unità; è questa la vera moltiplicazione della Chiesa viva. La moltiplicazione protestante, divisa in mille sette, scompaginata in mille tendenze, è la moltiplicazione di un corpo putrefatto che accresce la sua verminazione. I protestanti computano i loro adepti a milioni, dimenticando solo allora che sono divisi in tante sette, e ritrovando l’unità effimera solo nelle cifre. Ma non basta numerare i virgulti divelti e sparpagliati per il campo, per dimostrarne la fecondità; è necessario poter numerare i virgulti vivi e fruttificanti sulla stessa pianta, da una stessa radice. Questo può farlo solo la Chiesa Cattolica.
È un fatto che la Chiesa è ricca del vero frumento e del vero vino Eucaristico, ed è ricca di olio di grazie soprannaturali, rifulgenti nei suoi Santi. È un fatto che essa è feconda di figliuoli che crescono ogni giorno, e che è feconda nel suo gregge il quale dà frutti di virtù e di bene. È un fatto che Dio ha stornato da lei ogni malanno di errore conservando intatta la sua fede apostolica; è la storia che lo dimostra. La Chiesa ha reagito ad ogn’infezione, come un organismo vivo e sano reagisce alle infezioni dei malanni. E un fatto storico che Dio ha operato miracoli di Provvidenza per renderla vittoriosa dei suoi nemici anche nei tempi più critici, e che ha mostrato di dimorare con lei da Dio grande e terribile. È un fatto che i nomi dei suoi nemici sono spariti dalla terra e che la loro potenza si è infranta. Chi ricorda più Ario, Pelagio, Manete e tanti altri ? Dov’è la potenza dei persecutori passati e recenti ? Dio li ha dispersi ! La Chiesa Cattolica dunque non ha deviato, è fedele alla sua missione, è integra nella sua compagine. Che se in certi momenti angosciosi della sua vita, per le colpe di alcuni Pastori o dei popoli, si è visto strappare qualche virgulto , la sua radice viva e vigorosa ha messo subito fuori dei verdeggianti polloni in altre parti del mondo. Dio puniva allora un Pastore infedele, ma non rigettava la Chiesa, puniva i ministri traviati ed i popoli ribelli, ma non le sottraeva la benedizione, e le ridonava subito novelli esemplari Pastori, novelli popoli, novelle generazioni di gloriosissimi Santi. La Chiesa Cattolica è dunque la vera Chiesa indefettibile , e tale rimane e rimarrà fino alla consumazione dei secoli.
Sac. Dolindo Ruotolo
Nessun commento:
Posta un commento